Pare che presso il capannone ex Cerpelli di Querceta, dopo aver interrotto il rapporto di lavoro con tutti i dipendenti del posto, motivando tale scelta per difficoltà a mantenere aperto tale stabilimento, sia stata riscontrata la presenza di operai della Finder di Merate (l’altro stabilimento dello stesso gruppo multinazionale), al lavoro.

Se questa notizia corrisponde al vero, viene da porsi la domanda: possibile che la multinazionale comunichi di voler chiudere lo stabilimento di Querceta dichiarando che non è produttivo, e poi, dopo aver mandato a casa i lavoratori della Versilia, invia nello stabilimento di Querceta maestranze di Merate a svolgervi attività lavorativa?

Pur non entrando nel merito degli accordi sottoscritti tra sindacato e azienda, ci par di poter notare che la azienda non stia rispettando quanto dichiarato nell’accordo stesso, per cui il M5S della Versilia Storica, così come ha già fatto la senatrice Sara Paglini in Senato, chiede con forza alle Istituzioni locali (Comune di Seravezza, Regione Toscana, AUSL ecc.) di attivarsi per verificare se vi siano gli estremi per contestare alla azienda un comportamento non rispettoso dei presupposti sui quali si era basato l’accordo con le maestranze locali, raggirate da dichiarazioni dell’azienda che paiono alla luce dei fatti non veritiere.

M5S Seravezza

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